Lo so, anche tu almeno una volta ci hai creduto. Hai pensato che in caso di emergenza bisognasse tirare fuori la lingua a chi sviene. Non sei il solo: persino il Principe Harry, nel suo libro Spare, un bestseller mondiale letto da milioni di persone, riporta questa idea. E nessuno, né editor né correttori, ha pensato di segnalarlo. Un dettaglio imbarazzante, se pensiamo che si parla di primo soccorso.
È una di quelle convinzioni che girano da sempre, tramandate da racconti, film, passaparola, e che sembrano quasi avere un fondo di verità. Dentro di te però c’è sempre stata una vocina che ti diceva: “Ma davvero nel 2025 stiamo ancora parlando di tirare fuori la lingua?” Ecco, quella vocina aveva ragione: non c’è nessuna indicazione per la quale abbia senso farlo.
Anzi, tirare fuori la lingua può essere pericoloso. Per te, perché provando a infilare le mani in bocca a una persona rischi di farti male, e per la vittima, perché puoi peggiorare la situazione fino a provocare un soffocamento. Il punto è che il primo soccorso non è improvvisazione, non è un gesto spettacolare da film, ma è valutazione. Devi imparare a guardare la situazione, capire cosa sta succedendo e agire di conseguenza.
E sì, lo ammettiamo pure: anche in casi famosi, quelli che tutti abbiamo visto in diretta tv, come Eriksen o Bove, sono stati fatti gesti sbagliati. E se succede persino a professionisti o in contesti sportivi di altissimo livello, puoi immaginare quanto sia facile che accada nella vita di tutti i giorni. È per questo che io credo tantissimo nella diffusione della cultura del soccorso. Perché se conosci le manovre corrette e sai riconoscere subito cosa fare e cosa non fare, non solo puoi davvero aiutare chi sta male, ma eviti di peggiorare le cose.


La prima cosa da fare è valutare la vittima: controllare se è cosciente, verificare se respira. Non serve altro, almeno all’inizio. Se non è cosciente ma respira, la soluzione corretta non è tirare la lingua, ma metterla in posizione laterale di sicurezza. Questo permette di mantenere libere le vie aeree e riduce il rischio che la persona soffochi. Naturalmente, se sospetti un trauma, la gestione cambia, ma la regola di base è questa. Sono gesti semplici, chiari, che però vanno conosciuti, perché nel momento dell’emergenza non c’è tempo per improvvisare.

Il problema è che spesso non facciamo corsi di primo soccorso perché ci sembrano lunghi, complicati, pieni di teoria e poco applicabili alla vita reale. E invece è proprio la semplicità che serve. È quello che mi ha spinto a creare un formato diverso: un corso breve, pratico, “portabile”, che in un’ora ti dà le basi per sapere come muoverti quando serve.
Immaginalo come se fossimo insieme a un aperitivo: ti spiego in modo semplice, diretto e senza tecnicismi inutili tutto quello che ti serve per non farti trovare impreparato. Non diventerai un soccorritore professionista, ma uscirai con più sicurezza, più chiarezza e meno dubbi. E soprattutto, saprai che tirare fuori la lingua non serve a niente.